S'informa che il 28 Gennaio NURSIND sciopera, gli infermieri si fermano. Non sono loro gli irresponsabili, ma la mancanza di responsabilità è da ricercare altrove. Va addebitata alle istituzioni e nello specifico al Governo, sordo di fronte al grido di dolore della categoria.
Gli infermieri in questi due anni di pandemia hanno sempre dato il massimo, non si sono mai risparmiati per garantire assistenza ai cittadini. Al tempo stesso hanno continuato a chiedere un sostegno concreto all'esecutivo, un gesto anche piccolo che potesse dare loro la forza di continuare, di non arrendersi e di stringere i denti ancora. Risposte non ne sono arrivate.
La mancata approvazione dell'erogazione temporanea dell'indennità di specificità in manovra ne è la prova. Uno schiaffo in faccia agli infermieri, ma anche ai cittadini che hanno il diritto ad essere assistiti non da infermieri, stanchi di turni massacranti, riposi e ferie non godute, che fanno i salti mortali per cercare di tamponare il problema della carenza di organico. Una questione che dovrebbe essere la politica a risolvere in maniera strutturale.
Non è giusto che solo i più esposti - per quanto cruciali nel tenere in piedi il SSN - siano chiamati alle loro responsabilità. Così non funziona. Anche i decisori politici devono assumersi le proprie. Non a parole. Servono fatti concreti.
Non vogliamo creare disagio ai cittadini più di quello che già stanno vivendo. Vogliamo però che tutti sappiano che gli infermieri sono una risorsa fondamentale per tutti i sistemi sanitari del mondo, ma evidentemente non per il nostro Governo e le nostre Regioni. Chi di noi può si ferma e sciopera, gli altri garantiranno i servizi essenziali, come sempre abbiamo fatto. Confidiamo nel fatto che tutti coloro che hanno apprezzato il nostro coraggio e il nostro lavoro durante la prima ondata pandemica possano condividere le ragioni della nostra protesta. E’ proprio a loro che chiediamo un gesto di solidarietà, fermamente convinti che la società civile sia sempre molto più avanti di chi ci rappresenta nelle istituzioni e ben consapevoli del fatto che migliorare le nostre condizioni di lavoro significhi migliorare l’assistenza di tutti.